La festa della Madonna del Rosario
Lentamente si affievolisce il festoso vociare dei fedeli che hanno affollato la chiesa durante la funzione.
L’afa insolita di questo settembre inoltrato ha lasciato il posto ad un’aria frizzante, che richiama immediatamente alla memoria quella tipica dei primi di ottobre, quando l’autunno è ancora dolciastro e il paese si appresta a celebrare solennemente le feste patronali.
Ora la chiesa è inondata dal silenzio che le è proprio ma l’atmosfera è diversa.
Sta per aver luogo un rito antico, perpetuato da decenni da mani laboriose e devote: alla sacra immagine della Madonna del Rosario viene fatta indossare la veste della festa. Con movimenti ossequiosi, viene rimosso, un pezzo alla volta, l’abito feriale.
Il compito è affidato alle donne. Non sono ammessi uomini al cospetto della Beata Vergine in questo momento privato. Con movimenti altrettanto reverenziali, viene composto, un pezzo alla volta, un capolavoro fatto di ricami preziosi.
La Bellezza che promana questa immagine è difficile da raccontare, mentre, innalzata nuovamente in trono, la Madre celeste è incensata dalle note di uno struggente canto della tradizione popolare, “Oh Maria, quanto sei bella!”.
L’occhio cade su un dettaglio dell’intricato ricamo: sul petto della Vergine alcuni grappoli d’uva pendono da un ramo di vite. “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”(Gv 15,5).
Le parole del Vangelo affiorano spontaneamente: la vita è quel Bambino che, dalla sua mano tesa, Maria così generosamente ci offre; Lei, tralcio dai frutti di grazia squisiti, a noi non chiede altro di uniformarci al suo modello per non essere i tralci potati.
Maria non ha bisogno di un cambio d’abito, perché l’abito del suo cuore è piaciuto a Dio così com’era. Ma questo rituale abbia un valore maieutico per noi: il cambio d’abito deve riguardare la nostra intera esistenza di cristiani. La festa della Madonna del Rosario venga a ricordarlo ad ognuno di noi.
I pochi presenti si congedano. Prima di lasciare la chiesa, l’ultimo sguardo a Lei. Alla tua materna protezione affido, Madre Santa, le creature che ho dato alla vita e, insieme a loro, tutti i bambini del mondo. Crescano “sotto il tuo manto di stelle” sicuri dell’Amore di una Madre a cui poter affidare le gioie e gli affanni.
Buona festa a tutti!
Ringraziamo Leonilda Vizzielli per questo meraviglioso contributo.