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CIRCOLO LAVORATORI ITALSIDER GINOSA

Da i nostri racconti…

Dopo l’avvio produttivo, dello stabilimento siderurgico di Taranto, costruito nei primi anni 1960, ci fu una grande richiesta dell’acciaio di altissima qualità, la direzione però non riusciva a soddisfare le enormi commesse, così in direzione generale del gruppo IRI, si prese la decisione di raddoppiare lo stabilimento. per questa occasione, furono assunti migliaia di lavoratori, mai si era verificato da noi una così grande richiesta di manodopera, da Ginosa ogni giorno su tre turni, partivano alla volta di Taranto circa un migliaio di persone, sia dipendenti del siderurgico, che lavoratori delle ditte esterne Essendo la produzione a ciclo integrale, lo stabilimento era in esercizio 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno, e si alternava in tre turni, mattino 1° turno, pomeriggio 2° turno, notte 3° turno. Si venne a creare un grave problema, il “trasporto”, la società SITA, l’unica ad avere il “MONOPOLIO” del trasporto a Ginosa, per nessun motivo, adeguava le corse a secondo dei turni. Quindi ci si arrangiava con i propri mezzi, chi aveva un’auto, la metteva a disposizione di chi non sapeva come recarsi a Taranto, si dividevano le spese, ma molti rimanevano “a terra” non avendo trovato, posto nelle auto, c’è da considerare, a quei tempi chi possedeva un’auto? Nella mia FIAT 1100R, arrivata insieme a me, bella fresca da Torino, prendevamo posto, io, Stefano Negro, il compianto Gaetano Noia, il compianto Raffaele Di Gregorio, il compianto Francesco Leopardi. Durante i viaggi, non certo tranquilli a causa della strada statale 106, molto pericolosa, stretta e ridotta in uno stato precario, non idonea ad un traffico intenso alla quale era sottoposta 24 ore al giorno, e non a caso si verificavano incidenti stradali, quasi tutti i giorni, con molte perdite di vite umane, per questo motivo le fu dato l’appellativo di “strada della morte”. Io, Stefano e Di Gregorio, svolgevamo la nostra opera, in acciaieria, l’inferno al confronto, era il salotto buono della regina Elisabetta. L’amico. Stefano Negro, incominciò a parlare di associazione di lavoratori, “un circolo”, in modo da cercare una risoluzione per il trasporto, per Taranto e da Taranto di tutti i lavoratori. Si riuscì a convocare un’assemblea, alla quale fu esposto il pensiero, di quanto detto. La cosa fu accolta positivamente, in modo plebiscitario. Si prese un locale in affitto dal sig. Francesco Maggiore, si convocò la ditta trasporti del compianto sig. Cosimo Guida, e finalmente si fondò a Ginosa.

Giovanni Zicari

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