Mi ricordo ancora la prima volta che misi piede su questo territorio. Dopo lunghe ore di macchina dalla grande metropoli milanese, arrivai in compagnia di mio padre e mia sorella per fare una piccola vacanza insieme. Il sole delle 16.00 colorava il paese di un giallo grano, un vento caldo ci accarezzava i volti, il silenzio era predominante, solo qualche Vespa in lontananza rompeva quel silenzio, tanto che sembrava essere arrivati in una città fantasma. Noi disorientati e abituati ai ritmi milanesi non vedevamo l’ora di correre per abbracciare il mare dopo un lungo anno.
Ignara che quel territorio che ci avrebbe accolto per quei pochi giorni, sarebbe diventato il luogo delle mie vacanze per i successivi 11 anni, il luogo dove celebrerò a breve il mio matrimonio, ignara di ritrovarmici per motivi lavorativi e ignara di trovare una nuova famiglia.
Chi lo avrebbe mai detto che sarei tornata in veste di pseudo cittadina, seppur per un tempo limitato ma integrandomi nella comunità, lavorando tutti i giorni e condividendo i momenti di quotidianità con i cittadini marinesi e ginosini?
L’impressione che ho sempre avuto di Ginosa nel corso di questi anni, così come di Marina di Ginosa: è il paese delle persone felici. Tuttavia a quanto pare, sembra che i diretti interessati non condividano in pieno la mia opinione. Negli anni, ma soprattutto durante quest’esperienza di stage, il confronto con la comunità mi ha portato a farmi un’ulteriore domanda: Sono gli stessi cittadini a non rendersi realmente conto di ciò che hanno o forse io mi sono costruita un’immagine errata di questo paese?
Beh dopo quest’esperienza a stretto contatto con i cittadini marinesi e ginosini sono giunta alla conclusione che sono ambo due le cose.
In realtà Ginosa è veramente il paese delle persone felici, solo che non lo sanno di esserlo. Non sanno di avere la felicità in tasca, un po’ come la maggior parte di ognuno di noi, che non si rende conto di quello che ha fino a quando non gli sfugge.
Qui ci si saluta di prima mattina con tutti, ci si saluta con un sorriso, un fischio da lontano, un’alzata di mano, una suonata di clacson e con un buon caffè al bar. Ad ogni ora della giornata, con chiunque ti incontri qui si offre un caffè. La giornata è lunga, ma si riempie facilmente. Contrariamente a quanto possano dire al nord, qui il lavoro è un dovere che si rispetta. U’ fatie è un privilegio che chi ottiene ben apprezza, ciò che al nord chiamano pigrizia in realtà è un modo di vivere la giornata in maniera differente, qui le cose si vivono con più calma e spensieratezza. Eh detto tra noi, sinceramente provo solo invidia, la vita del resto è una sola.
Ginosa è un paese felice ma tanto arrabbiato. Vivono per la maggior parte di cose semplici e genuine. Non c’è il cinema multisala, né il Centro Commerciale dietro l’angolo, o la super serata in discoteca ogni giorno, né tanto meno l’aperitivo milanese delle 19.00 di sera.
Ginosa, fortunatamente, gode ancora, seppur in parte, di essere luogo in quanto tale, di essere luogo fine a sé stesso, non è un luogo non luogo. Infatti, sebbene siano inevitabili le contaminazioni con l’altro, la sua identità è identificativa per gli stessi cittadini, tanto che per un turista è percettibile e non è dispersiva come in una metropoli.
Chi mi risponde che Ginosa non è un paese felice è perché realmente, a mio modesto parere, cerca qualcosa che pensa che gli potrebbe stravolgere la vita in meglio, il meglio invece lo ha a sua disposizione ma è troppo distratto a guardare verso l’orizzonte per vedere cosa ha sotto i propri piedi. Un territorio ricco di risorse ambientali, paesaggistiche, culturali, enogastronomiche e sociali. Non sarà di certo un centro commerciale, o un altro lido balneare a cambiare questo territorio. Come se l’idea di ricchezza economica fosse il mezzo che conduce alla felicità. Mi sembra più un’utopia.
Il custode della Chiesa Madre, il signor Carmelo mi ha ricordato che la ricchezza sta nei rapporti, nell’amore reciproco, nel rispetto per l’altro che non possono essere rubati ma possono essere solo custoditi nel cuore. Ginosa di fatto va vissuta con il cuore e può essere vissuta con il cuore. La ricchezza è proprio alla loro portata, ma la maggior parte ne è inconsapevole, o probabilmente gli è più facile vedere e discutere sul problema piuttosto che tentare di trovare il modo di risolverlo.
La ricchezza di Ginosa è essa stessa: nella comunità ginosina e nei suoi paesaggi, segnati fin dal paleolitico, nelle sue grotte, e nelle sue chiese rupestri ricche di affreschi, realizzate nella roccia tufacea; nelle sue piccole abitazioni dal colore bianco scolorito dal calore del sole dell’estate, nelle quali, di porta in porta, si riscoprono usi e costumi che sono assai lontani dalle grandi città metropolitane. C’è chi ricama ancora centrini, e chi tovaglie, o ancora, il corredo per i figli, c’è chi invece, al primo raggio di luce del mattino, impasta con amore e fatica la pasta fresca, o meglio le orecchiette. Chi invece, si alza la mattina per ritrovare il calore delle proprie botteghe e delle proprie attività, per alcuni addirittura centenarie; o chi invece decide di andare a trovare il vicino o il proprio caro. Eh si…perché i ginosini sono molto solidali e calorosi!
O piuttosto, si vedono le nonnine raccolte dirigersi verso la propria chiesa. C’è chi ancora invece, si alza all’alba per raggiungere le proprie terre, che con sudore e sacrificio porta il raccolto alla luce, nei suoi profumi e sapori, che oggigiorno sono sempre più difficili da trovare. Camminando per le vie di Ginosa, tra il profumo di bucato appena stesso, e il suono delle stoviglie che fuoriesce dalle case, si può avvertire l’aroma della focaccia a terra o ad olio, del pane caldo di grano dura panificato a Ginosa, che con un filo di olio EVO DOP, e un po’ di pomodoro, come si suol dire: “è la morte sua”. E ancora, il profumo delle diverse varietà di tarallini, dal finocchietto selvatico, alla cipolla, o al vin cotto. Per non parlare “dell’addorè” della carne arrostita verso la sera, o ancora, dei prodotti caseari di latte vaccino e di pecora fresco, ottimi compagni a tavola. O dei pomodori e dei fichi essiccati al sole, ma anche il profumo inebriante della domenica, tra il sugo di braciole e pasta al forno. Un connubio di aromi e sapori che richiamano la genuinità di questa terra.
La sua ricchezza risiede proprio in sé stessa, ma è necessario poterla vivere. Occorre immergersi nella sua cultura, nei suoi sapori, nella sua vita umile, e nelle sue tradizioni ricche di esperienze. Solo attraverso la condivisione e lo scambio con il paesaggio è possibile vivere esperienze genuine, singolari e autentiche nella loro essenza.
Marina di Ginosa è una località balneare che dista circa 25 Km da Ginosa, ed è prettamente nota come località turistica che vive principalmente del turismo estivo, nella speranza che ci sia sempre quel turista che gli possa cambiare le entrate per la nuova stagione estiva.
Marina di Ginosa è principalmente mare, con le sue spiagge di sabbia finissima e dorata, e le sue acque di azzurro cielo e verde cristallino, che sembrano ricordare il colore primeggiante della pineta, accoglie i suoi vicini. Marina di Ginosa è una delle località balneari maggiormente frequentate nell’arco ionico tarantino. Dà la possibilità di essere esplorato a piedi o in sella ad una bicicletta. Sarà banale ribadirlo, ma evidentemente non do scontato ciò che invece qui è ovvio e banale ribadire. Tu ginosino, marinese hai la possibilità ogni giorno di andare al mare ed è un privilegio che pochi hanno.
Sfortunatamente, sono luoghi che vengono abbandonati a sé stessi, senza il più delle volte averne il minimo rispetto. Fortunatamente persone come Carmelo, il custode della Chiesa Madre nutrono amore per queste terre e passione per ciò che fa.
Infatti, a Ginosa non sono tutti inconsapevoli. Io ho visto Ginosa crescere, mutare e cambiare in meglio negli anni. I servizi sono aumentati. Ma soprattutto ciò che percepisco è la volontà di andar avanti per mantenere vivo ciò che i cittadini potrebbero perdere. Dalle antiche tradizioni, alle cerimonie ed usanze religiose, dalle proprie abitudini gastronomiche ai loro beni paesaggistici e culturali.
I cittadini sono arrabbiati perché di fatto non si sentono ascoltati, non si sentono capiti e non ricevono ciò che danno. Tuttavia penso che il senso di comunità che si percepisce facilmente, possa essere la chiave per il futuro di questo paese. Già vi sono molte associazioni culturali desiderose di collaborare e investire sulle risorse del territorio. Vi sono volontari che si mettono in gioco per regalare con grande orgoglio a chiunque arrivi, l’immagine positiva di questo territorio in tutte le sue sfaccettature.
C’è chi i passi da gigante è pronto e desideroso di farli, molti più di quanto la comunità possa pensare, ma non sufficienti per agire. Penso che sia necessario partire con progetti che mirino alla sensibilizzazione della comunità, partendo dai più piccoli e coinvolgendo trasversalmente i più grandi. La consapevolezza è sicuramente il primo passo da cui occorre partire, tuttavia l’intervento dell’amministrazione pubblica rimane lo strumento necessario per attuare progetti concreti a favore dello sviluppo crescente del territorio e della comunità. Inoltre, il tentativo di promuovere Ginosa deve rientrare in un itinerario più ampio, affinché si arrivi al viaggiatore estero che difficilmente potrà conoscere e scegliere Ginosa.
Il messaggio che deve essere trasmesso è l’amore per il proprio territorio, come valore da tutelare affinché chiunque in futuro possa ancora poterne godere.
Non è una gara fra poveri, ma una sfida con sé stessi da vincere con gli altri, del resto come spesso si suol dire: l’unione fa la forza. Ginosa è un paese solidale, quindi sono convinta che le carte per superare queste problematiche le abbia tutte.
In questo contesto, l’Info point turistico di Marina di Ginosa non riesce ad essere correttamente collocato, nella mente della comunità ma anche del turista stesso. Ancora una volta, una corretta comunicazione potrebbe consentire come il ruolo dell’Info point possa essere da catalizzatore per i diversi attori e utile per l’unità della destinazione.
La conferma l’ho avuta durante quest’esperienza, che mi ha consentito di confrontarmi in maniera aperta è libera con le mie guide e tutor. È stato uno scambio di conoscenze che ci ha permesso di metterci in discussione e imparare dall’altro. È ammirevole che ci siano persone che investano il loro tempo, la loro fatica, impegno e denaro per il proprio territorio. Ciò conferma che volere è potere e Ginosa può.
Sophia Polizzotto