Venisti a Ginosa
per ordine di Dio
e l’eremo lasciasti
per il volere suo.
Al culto riapristi
la chiesa di San Pietro;
accanto costruisti
un monacal cenobio.
Da esso tu partivi
con monaci zelanti:
parlavi alle folle
dell’itale contrade.
La Chiesa liberasti
da losche corruzioni
e fermo respingesti
l’universale scisma.
Quel tuo monastero
di santità brillava:
Guglielmo da Vercelli
vi dimorò a lungo.
Ostilità mostrasti
al regno de’ Normanni,
ingordo di ricchezze
e d’avido potere.
Roberto il Normanno,
Signore di Ginosa,
nel carcere ti chiuse
annesso al Castello.
Avvenne per prodigio
che tu ne fossi fuori,
costretto a fuggire
lontano da Ginosa.
Per più di venti anni
nella Gravina fosti;
fu qui che ritrovasti
i genitori tuoi.
Or, dopo mille anni,
ritorni tra di noi:
ti ridarà Ginosa
l’amor che le donasti.
Pietro Tamburrano – Preganziol (Treviso), 27/12/2021
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